Escursioni Seychelles
Eppure, da qualche tempo esiste e si sta diffondendo sempre di più un modo nuovo di vivere queste straordinarie isole, un modo dinamico, per chi ama una tipologia di vacanza più attiva, dove essere protagonista delle proprie giornate e non semplice spettatore di scenari incantevoli senza però la possibilità di cambiarne il copione. E inoltre, non tutti viaggiano solamente in coppia, e non tutti amano semplicemente rilassarsi e dormicchiare durante le proprie vacanze. Trainati dallo slancio dell’Ente Italiano del Turismo delle Seychelles, che ne ha promosso l’idea, sempre di più questi luoghi straordinari si stanno aprendo a nuove forme di vacanze “trekking e mare”, lontane dai percorsi classici, dal turismo di massa, e soprattutto esplorando gli angoli di questo Eden nascosti nei suoi luoghi meno accessibili.
Collocate nella parte ovest dell’Oceano Indiano, le Seychelles guardano il Madagascar dall’alto in basso in una zona che si estende tra i 4 e i 10 gradi a sud dell’equatore. Distano tra 480km e 1600km dalle coste dell’Africa orientale, e sono composte da 115 isole suddivise fra isole granitiche e isole coralline. Hanno una superficie emersa complessiva di soli 455kmq, però si estendono per circa 1.4 milioni di kmq di mare! Questo spiega perché la distanza fra un’isola e l’altra venga percorsa spesso in aereo (solo le isole più vicine sono collegate dai traghetti). Delle 115 isole dell’arcipelago, le 41 isole “vicine” (Inner Islands) sono le isole centro-oceaniche più antiche del mondo. I 5 gruppi di isole coralline e banchi di sabbia chiamati isole “lontane” (Outer Islands) costituiscono le altre 74 isole.
All’interno di questo arcipelago straordinario si trovano anche due siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Il primo è l’atollo corallino emerso più grande al mondo, Aldabra, meta soprattutto di studiosi (è presente sull’isola una piccola stazione di ricerca) e di pochi, fortunati e selezionati turisti. Questo atollo comprende 12 isole, e racchiude al suo interno una laguna così grande da potervi contenere l’intera isola di Mahè. Non vi sono strutture ricettive ad Aldabra, ma è possibile visitarla arrivando in barca per vedere la più grande colonia di tartarughe giganti al mondo.
Il secondo luogo dichiarato Patrimonio Unesco è la leggendaria Vallée de Mai, che si perde nei racconti dei pirati e dei primi abitanti dell’isola di Praslin, che la ospita, dove cresce allo stato naturale il conturbante Coco de Mer, la noce più pesante al mondo, il cui frutto si nasconde sulle alte cime delle palme centenarie di questa foresta primordiale. Si tratta di un incredibile cocco che assomiglia in maniera straordinaria al corpo di una donna. Le antiche popolazioni delle altre isole, non conoscendone l’origine, quando vedevano questi enormi cocchi arrivare sulla spiaggia portati dal mare pensavano che provenissero da una popolazione lontana di donne bellissime, dalle forme perfette, che vivevano in qualche luogo misterioso e sconosciuto.
Una delle fortune delle Seychelles è anche quella di essere, al netto di piccole eccezioni che riguardano le isole lontane, al di fuori dei fenomeni ciclonici, e con temperature costanti durante tutto l’anno che si aggirano sempre fra i 25 ed i 30 gradi, caratteristica che ne consente la visita per 12 mesi all’anno.
Avendo subito sia la colonizzazione francese che inglese, i circa 90 mila abitanti di queste isole (con una densità abitativa fra le più basse al mondo), pur avendo il creolo come lingua madre, comunicano con i viaggiatori in entrambe le lingue. Sono, inoltre, abituati al contatto con lo straniero in quanto la stessa popolazione è un vero e proprio crogiuolo di culture, racchiudendo al suo interno radici multietniche di origine europea, africana, araba, persiana, indiana e cinese!
La completa assenza di malaria, la mancanza di qualsiasi tipo di animale velenoso o pericoloso, e la presenza di una popolazione che non conosce né ha mai conosciuto violenza, terrorismo o tensioni sociali fanno di queste isole il luogo ideale per un viaggio all’insegna di natura, sole, mare ed esplorazione di luoghi dove poche volte il turista posa il proprio piede.
Per vivere a pieno le Seychelles, quindi, è necessario uscire dagli stereotipi, o semplicemente uscire dai cancelli dei resort che troppo spesso diventano la sola meta di un viaggio. Il fine è imbarcarsi, a volte anche in senso letterale, verso un’avventura che parla di camminate verso spiagge nascoste, attraversamento di foreste, ricerca di animali e piante endemiche, trekking lungo enormi massi granitici che costeggiano spiagge incontaminate. Alla fine di ogni escursione, sabbia e acque cristalline attendono il viaggiatore che ha osato profanare tanta bellezza celata, premiandolo con bagni meravigliosi all’insegna dello snorkeling in luoghi dove gli unici compagni saranno i pesci della barriera corallina, che si trova praticamente ovunque. Il senso di tutto ciò è semplicemente fare in modo che questo paradiso, come spesso viene definito, non sia più ad esclusivo retaggio di viaggi di nozze o viaggi di coppia stanziali, ma diventi, al pari delle isole Réunion, una delle mete del trekking a livello mondiale nell’Oceano Indiano! A supporto di tale pretenzioso obiettivo, lo stesso Ministero del Turismo ha redatto per la prima volta una guida cartacea e on-line, al momento disponibile in inglese e francese, sui sentieri di trekking delle Seychelles. Una novità enorme, che ben presto farà percepire questi luoghi come qualcosa di diverso dal binomio S&S, sun and sea, che sembra ormai un vestito troppo stretto del quale fregiarsi.
Mahè è non solo il punto di arrivo di tutti i voli internazionali, ma anche l’isola principale, la più popolosa, la sede del governo (tutti i ministeri sono racchiusi in pochi centinaia di metri nella sua
Se Mahè rappresenta il posto migliore per scaldare i motori, la vera chicca dal punto di vista naturalistico è senza dubbio la vicina isola di Praslin, la seconda in ordine di grandezza, che dista circa un’ora di catamarano da Mahè. Solamente la presenza dei percorsi escursionistici nella Vallée de Mai e della sua foresta primordiale di ammaliante bellezza basterebbe per giustificarne una visita. La valle conta 6000 palme di Coco de Mer, che la rendono una delle meraviglie botaniche del mondo, ed è la sede degli ultimi esemplari di Black Parrot, il pappagallino nero in via di estinzione. Ma Praslin racchiude molto di più. Due spiagge, Anse Lazio ed Anse Georgette, entrambe inserite nella lista delle 10 spiagge più belle del mondo. Entrambe ammantate da soffice sabbia bianca, un’acqua verde smeraldo senza uguali, spiagge ombreggiate dagli alberi di takamaka che ne fanno il quadro perfetto per un sogno tropicale, e distanti circa 5km di giungla l’una dall’altra. Il trekking che le unisce, non difficile ma estremamente vario, è quasi il massimo fra i percorsi di escursionismo che si possono trovare nell’Oceano Indiano. Guadando fiumi, fra scorci mozzafiato sul mare circostante, attraversando foreste di pipistrelli volpe, lungo un percorso ombreggiato grazie alle immense foglie di palma che costituiscono un riparo naturale dal sole, dopo un bagno ad Anse Lazio ci si ritrova, in circa 3 ore di cammino, a cambiare di nuovo gli scarponi con il costume per un tuffo nelle acque di Anse Georgette. Durante il trekking è affascinante nutrirsi dei frutti che la natura offre, così abbondanti da costituire un richiamo naturale per i camminatori: ananas, papaya, cocco, banane ma soprattutto mango, tanto mango ovunque, tanto che il problema principale sarà solo quello di non fermarsi a mangiare ad ogni albero!
Ma Praslin è molto altro. Da poco aperto di nuovo al passaggio, il vecchio sentiero che attraversa l’isola da parte a parte, passando lungo il cammino che raggiungeva l’antica centrale idroelettrica, pur salendo di soli 300 metri s.l.m. merita comunque di essere percorso. Partendo da Grand Anse, si attraversa l’isola da est a ovest, penetrando nella fitta foresta di casuarina, circondati dai pandanus che qui prolificano grazie alla presenza di acqua. Gli appassionati di birdwatching potranno dedicarsi alla ricerca del raro uccello “Vedova” delle Seychelles (Tersiphone corvina) e dell’elusivo usignolo delle Seychelles (Acrocephalus sechellensis), oppure accontentarsi del più comune ma sempre simpatico Bulbul (Pycnonotus jocosus). Dopo circa 2 ore si giunge dall’altra parte dell’isola, all’altezza di Anse Possession, dove un bel bagno toglierà dal corpo il sudore della traversata.
La spiaggia di arrivo di quest’escursione è anche il punto da cui partono le barche per raggiungere l’isola di Curieuse, sul versante nord-ovest di Praslin, non abitata e quindi ancora più affascinante. Il suo nome deriva dalla prima nave che attraccò su quest’isola, la Curieuse, condotta dell’esploratore Marion Dufresne, che nel 1768 scoprì l’Ile Rouge, l’isola rossa, così chiamata per il colore della terra della sua parte interna. Oggi Curieuse, che una volta era una colonia di lebbrosi isolati dal resto del mondo, è una riserva naturale amministrata dal Seychelles Centre for Marine Technology. Giunti in barca ad Anse Papaie, uno spettacolare trekking tra le mangrovie, circondati da granchi e tartarughe giganti, conduce, grazie a passarelle in legno sospese sull’acqua, dall’altra parte dell’isola, ad Anse St. Jose. Qui la vecchia casa del medico residente sull’isola, unico a dedicarsi alla cura dei lebbrosi, è stata recentemente restaurata e convertita in museo, e rappresenta la meta finale del trekking. Sulla spiaggia di St. Jose normalmente, a causa della mancanza totale di strutture ricettive sull’isola di Curieuse, si organizza un barbecue per onorare la visita a questo luogo davvero fuori dallo spazio e dal tempo.
Il numero impressionante di isole, i numerosi percorsi di trekking presenti al loro interno e la varietà di combinazioni che possono essere strutturate in un viaggio non permettono una descrizione esaustiva delle Seychelles. Tuttavia, non ci si può esimere, quando si parla di trekking e mare a queste latitudini, dal descrivere quella che forse rimane la più selvaggia delle isole accessibili ai turisti: La Digue. Quarta in ordine di grandezza fra le isole delle Seychelles, qui il tempo sembra essersi fermato. Ci sono solo poche macchine, gli spostamenti avvengono a piedi, in bicicletta o con carri trainati da buoi, o al limite in barca, costruite ancora seguendo i metodi tradizionali. In un’atmosfera che profuma di orchidee, vaniglia, mandorlo indiano e ibiscus, sempre circondati dalle immancabili palme da cocco, si potrà camminare all’interno della Veuve Reserve, andando alla ricerca del Paradise Flycatcher o “Veuve”, uccello affascinante da cui prende il nome la riserva. In alternativa, anche l’avvistamento della rondine di grotta, del tarabuso cinese o del il becco di corallo possono essere molto gratificanti. La Digue contiene anche quella che viene considerata “la spiaggia più fotografata del mondo”, quella Anse Source d’Argent che sembra un diamante grezzo, selvaggia, circondata da enormi massi di granito che gli agenti atmosferici hanno modellato in modo bizzarro. Le sue acque turchesi, la sabbia bianca e soffice e la giungla alle sue spalle ne fanno un luogo davvero leggendario. Da qui, dopo aver sostituito gli scarponi con le scarpette da scoglio, attraverso un originale trekking “bagnato” lungo la costa si giunge ad Anse Marron, spiaggia inaccessibile se non attraverso questo percorso o con un trekking di due ore dall’interno dell’isola. La caratteristica di questa camminata di costa, che per buona parte si svolge in acqua, è quella di essere fattibile solo in determinati orari della giornata, in corrispondenza con la bassa marea, e avendo l’accortezza di tornare per tempo!
Uno dei sentieri più interessanti a La Digue è senza dubbio quello che scorre lungo la costa della parte a sud-est dell’isola. Unisce Grand Anse, accessibile a tutti via terra, a Petit Anse, attraverso un itinerario facile e non eccessivamente lungo, che scavalla il promontorio per giungere in questa spiaggia che rimane quindi isolata dal turismo di massa. Per coloro che ritenessero questa spiaggia ancora non abbastanza isolata, un ulteriore promontorio porta ad una terza spiaggia, ancora più inaccessibile della precedente, Anse Cocos. Qui si può trascorrere una giornata isolati dal resto del mondo, avendo avuto l’accortezza di portare con sé una scorta abbondante di acqua e cibo in quanto da queste parti davvero non vi è segno del passaggio dell’uomo moderno!
Per quanto sembri paradossale, quindi, le Seychelles possono offrire una privacy degna di un atollo nel cuore dell’oceano, se solo si sa dove andare a cercarla. Inoltre, questa riservatezza nascosta ha una caratteristica che rende davvero uniche queste isole: ogni giorno si può cambiare meta, mantenendo praticamente immutato il risultato finale, in una sorta di “ricerca dinamica dell’isolamento” che caratterizza questo modo così originale di viaggiare!
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