Nel cuore della civiltà Maya
Chi non è ancora mai stato in Guatemala (ho scritto “ancora” perché ci sarà sicuramente per voi una prima volta) associa inevitabilmente questo Paese centroamericano ad epoche molto remote.
Anche senza forzare troppo i nostri ricordi ”scolastici”, ma
semplicemente scrivendo “Guatemala” in internet,
appaiono immagini di antichi esemplari architettonici e
culturali appartenenti ad ere ormai lontane.Un salto nel tempo che ci riporta al periodo precolombiano, ai resti della grandiosa civiltà Maya e poi alla colonizzazione spagnola.
Ma cosa rappresenta realmente il passato per questo popolo? Chi viaggia in Guatemala oggi, cosa porta realmente a casa ?
Per rispondere è necessario armarsi di curiosità e spirito di
osservazione, perché in Guatemala l’apparenza nasconde un mondo pieno di sorprese!
Nell’ultimo articolo vi abbiamo dato delle dritte su COSA vedere IN GUATEMALA (clicca qui per leggere l’articolo). Oggi invece vi parliamo di alcune curiosità di questa NAZIONE che avremmo la fortuna di visitare proprio a CAPODANNO!!
- La capitale del Paese è Città del Guatemala (ufficialmente “La Nueva Guatemala de la Asunción”), dove vivono circa 2,5 milioni di abitanti dei 14 milioni totali.
- Il simbolo, nonché il nome della moneta è il quetzal, un uccello in via di estinsione, dalla lunga coda e dal piumaggio verde iridescente.
- La lingua ufficiale del Paese è lo spagnolo ma si parlano quai 23 dialetti Maya.
- Il nome Guatemala viene dal náuatle (lingua della famiglia azteca) “Quauhtlemallan”, che significa “luogo con molti alberi”.
- Il Guatemala è il principale esportatore di cardamomo, il quinto di zucchero e il settimo produttore di caffè a livello mondiale. Inoltre è il principale fornitore di caffè della catena Starbucks…CURIOSO EH?
- Il Cacao aveva un gran valore per i Maya tanto che fu utilizzato come moneta (elemento di interscambio commerciale)
- Tajumulco 4.220, 36 metri di altezza. (IL VULCANO PIÙ ALTO DEL PAESE)
- La bandiera del Guatemala è costituita da una fascia bianca centrale che simbolizza la pace e due fasce celesti esterne che simbolizzano i due oceani con i quali confina. Nel centro l’uccello simbolo del Paese e la data di indipendenza (15 Settembre 1821)
- Le worry doll o “bambole della preoccupazione”: Delle bamboline di stoffa vestite con i coloratissimi abiti tradizionali , grandi quanto il pollice di una mano.
Per vestire le bambole vengono utilizzati tessuti di scarto (dopotutto di stoffa ce ne vuole proprio poca).
Ma la cosa più curiosa legata alle worry doll è la loro funzione: aiutano le persone preoccupate per qualcosa, ad allontanare le preoccupazioni.Come funziona? Prima di andare a letto, bisogna raccontare alla bambola cosa ci preoccupa e poi metterla sotto il cuscino e dormire. Durante il sonno la bambola assorbe le nostre preoccupazioni facendoci dormire un sonno tranquillo e permettendoci di svegliarci senza più preoccupazioni. Secondo un’altra scuola di pensiero invece, dopo esserci confessati con la nostra worry doll, dobbiamo riporla nel suo sacchetto di stoffa o nella sua scatola di legno prima di andare a letto, al resto ci pensa lei…..Curioso eh??
Guatemala: quando andare
Il periodo ideale va da dicembre a marzo, quando il clima è più fresco e secco e le piogge sono minori. Noi partiamo proprio il 26 Dicembre ed abbiamo ancora alcuni posti disponibili!
Che fate?
Venite con noi? 🙂 😉 Ecco perchè non potete perdervi questo viaggio!
5 MOTIVI PER SCEGLIERE QUESTO ITINERARIO
- Il celebre sito archeologico di Copan nominata “la Atene del Mondo Maya”;
- Il villaggio garifuno di Livingston e la risalita in lancia del Rio Dulce ed il pranzo a base del tipico “Tapado” e della bevanda “El Coco loco”;
- Il meraviglioso sito archeologico di Tikal nel cuore della Riserva della Biosfera Maya;
- Il colorato e vivace mercato di Chichicastenango caratteristico per processioni e riti sincretici, un incontro tra la cultura del cristianesimo e la tradizione sciamanica;
- Esperienze a stretto contatto con gli abitanti locali: il pranzo in famiglia, la visita di una cooperativa di donne indigene per la coltivazione delle erbe medicinali, la visita delle piantagioni del caffè e della macadamia.
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